venerdì 4 dicembre 2015

Il sogno del palazzo delle armi


"La notte seguente, Francesco essendosi profondamente addormentato vide in sogno un grande e magnifico palazzo con soldati armati di armi che portavano le insegne della croce di Cristo; chiedendo egli di chi mai fossero, gli fu risposto, da una voce dall'alto, che tutte quelle cose sarebbero state sue e dei suoi seguaci" (cf FF 1031)

Nel terzo affresco si parla di un sogno che Francesco fece la notte seguente! La notte seguente a cosa? La notte seguente al gesto di cortesia che Francesco aveva avuto con il cavaliere caduto in disgrazia! Francesco ha un grande desiderio, quello di diventare cavaliere; la prigionia e la malattia lo hanno un po' destabilizzato ma il desiderio  è ancora lì e il sogno sembra confermarlo. 

Ascoltiamo le Fonti: "Passati pochi anni (dalla prigionia), un nobile della città di Assisi, desideroso di acquistare soldi e gloria, fa i preparativi militari per andare in Puglia. Venuto a sapere la cosa Francesco è preso dal desiderio di andare con lui… una notte, dopo essersi impegnato anima e corpo nell'eseguire il suo progetto e mentre bruciava dal desiderio di mettersi in marcia viene visitato dal Signore… Prendendo così la visione come presagio di eccezionale fortuna, delibera di partire verso la Puglia per essere creato cavaliere" (Cf FF 1399).

Francesco "bruciava dal desiderio", le Fonti descrivono bene lo stato d'animo di Francesco! La sua vita ormai girava tutta intorno a quel desiderio. Nel 1202-1203 aveva trascorso un anno intero in prigione, il suo fisico era stato minato, non il suo sogno. Anzi, l'affresco sembra dirci che il Signore sta "confermando" questo desiderio… ma è proprio così? 

Nel 1205, Francesco decide di unirsi alla spedizione in Puglia. ma a Spoleto è visitato da un altro sogno: […] mentre stava riposando, nel dormiveglia intese qualcuno che lo interrogava dove voleva andare. Francesco gli espose per intero il suo progetto. E quello: "Chi può esserti più utile: il padrone o il servo?". E avendo lui risposto: "il padrone", quello riprese: "Perché, dunque, abbandoni il padrone per il servo, e il principe per il suddito?". Allora Francesco domandò: Signore cosa vuoi che io faccia? E la voce: "Ritorna nella tua città e ti sarà detto che cosa devi fare" (cf FF 1401).

Ci sono sogni e sogni, desideri e desideri. Quanto è difficile discernere, ma cosa significa desiderare?
Il desiderio, o il desiderare, significa concentrare tutte le energie in direzione di qualcosa di importante in sé e centrale per la propria vita. Desiderio non è, dunque, il cieco impulso o la voglia matta, non è un semplice essere colpiti ed eccitati da ciò che è piacevole qui e ora, ma un aspirare, con tutte le forze, verso qualcosa che vale in se stesso e che l'individuo scopre e vuole al centro della vita e del proprio futuro.

Il Signore non ha "mortificato" Francesco, ma, pian piano, lo ha portato a scendere in profondità, per raccogliere il "vero desiderio", perché il sogno che Dio ha messo nel nostro cuore è un sogno di felicità vera!

L'uomo è un essere vivente che desidera, è tensione perenne verso qualcosa che è sempre oltre. Alla radice di tutti i desideri dell'uomo c'è quello che per la Bibbia è l'unico, vero, profondo desiderio umano: DI TE HA SETE L’ANIMA MIA (Sal 62). Nei desideri umani, di ogni uomo, c’è sempre almeno una traccia del desiderio divino, di ciò che Dio desidera per l'uomo, e di ciò che l'uomo desidera come desiderio primo e ultimo cioè Dio. Sappiamo anche che se il desiderio di Dio è l’unico vero desiderio del'uomo, in realtà il cuore dell'uomo è, poi, attraversato e abitato da ben altre aspirazioni e seduzioni (cf Amedeo Cencini, Il mondo dei desideri).

SIGNORE COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Credo sia importante darci del tempo per ascoltare la vita, dentro e fuori di noi! Ci sentiamo insoddisfatti, perché è come se ci mancasse sempre qualcosa. E quando pensiamo di averla ottenuta, proprio in quell'attimo, il sentimento di insoddisfazione riemerge, puntuale e sottile, ma insopprimibile. E’ il desiderio irrisolto a muoverci… La chiave della nostra felicità non sta in cima ai nostri desideri, spesso frustrati, ma nel profondo della nostra interiorità! 

Come la cerva anela ai corsi d’acqua, 
così l’anima mia anela a te o Dio. 
L’anima mia ha sete del Dio vivente: quando verrò 
e vedrò il volto di Dio? (Sal 42)

Qualcuno dice che i giovani stanno smettendo di desiderare o che, comunque, desiderano poco e tutti allo stesso modo! Noi sappiamo che per ciascuna persona, invece, c'è un sogno di felicità che Dio come sigillo ha messo nel cuore. Non permettiamo che niente e nessuno soffochi questo sogno, restiamo svegli!


PREGHIERA PER RESTARE SVEGLI
(Madeleine Delbrel)
O Signore, che continuamente c'incitasti a star svegli
a scrutare l'aurora a tenere i calzari e le pantofole,
fa' che non ci appisoliamo sulle nostre poltrone nei nostri anfratti
nelle culle in cui ci dondola questo mondo di pezza,
ma siamo sempre attenti a percepire il mormorio della tua Voce,
che continuamente passa tra fronde della vita a portare frescura e novità.
Fa' che la nostra sonnolenza non divenga giaciglio di morte
e - caso mai - dacci Tu un calcio per star desti e ripartire sempre.

Il Signore ti dia Pace! Prossimo appuntamento 4 gennaio.

sr. Patricia Paola Pennese


Se qualcuno vuole contattare personalmente sr. Patricia, può scriverle a questo indirizzo: patriciapaola@libero.it.



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