giovedì 7 maggio 2015

"Gesù è in ogni fratello ammalato"



Un giorno mi è capitato di sentire questa frase: "Gesù è in ogni fratello ammalato", una frase che ognuno avrà ascoltato mille volte, eppure, quel giorno, ho sentito tutta la potenza di questa affermazione. Sì, Gesù è in ogni fratello ammalato perché davvero tutto ciò che ai nostri occhi appare perduto e privo di senso, è prezioso agli occhi di Dio!


Che strano è poter dire queste parole, eppure questo è ciò che sto sperimentando nel mio semplice e piccolo "servizio" in ospedale, nel reparto di Oncologia e Oncologia Chirurgica di Padova. 
Sì, perché ogni cosa ha peso e valore in quelle piccole stanze di ospedale: la vita acquista senso, un senso più profondo di ciò che noi quotidianamente cogliamo; la vita, il passato, il futuro, le gioie, i ricordi, le sofferenze insieme alle attese, i desideri, i sogni, le paure di una vita… ed è come se ogni volta mi venisse aperta una finestra su un mistero grande e bello, prezioso e non pienamente comprensibile, a volte duro e difficile: il Mistero della Vita di ogni persona, e non degli uomini in generale, ma di Angela, di Antonio, di Rosetta, di Vito, di Chiara, di Franco, Lucia, Antonietta…


Entro in una stanza ed ecco: qualche volto conosciuto, qualcuno nuovo, c'è chi dorme e chi è sveglio; c'è chi mi guarda e sorride e chi invece abbassa lo sguardo; c'è chi tende la mano e chi trattiene le lacrime, chi, mentre si affida, stringe i denti per la rabbia e chi, invece, lascia cadere quelle lacrime piene di sofferenza; c'è chi inizia a parlare, a raccontarsi … e a me è dato il privilegio, il dono grande di poter entrare nel cuore di chi mi è davanti. È come se fossi condotta a sentire, a toccare, quasi la parte più profonda della vita umana, dell'esperienza umana. Mentre l'altro mi conduce dentro di sé, scopro che è il mio cuore ad essere toccato… già, è toccato davvero! 


Perché l'altro non può lasciarmi indifferente; sto incontrando un uomo, una donna! Il mistero di Dio è davanti a me e io posso solo fare silenzio e ascoltare! E così, mentre sono condotta nella storia di chi mi è davanti, scopro e sento profondamente ciò che Gesù più volte dice "siete tutti fratelli"; io sono lì come "sorella", senza soluzioni, nell'impotenza di chi sente di non poter togliere la sofferenza dell'altro, ma da sorella, con il cuore aperto, accogliente, come un grembo! Che grandi parole ho detto, ma in esse c'è tutta la lotta che si vive quando la presenza dell'altro ti impone di guardare più in profondità, di accogliere, accompagnare, custodire l'altro, per riaffidarlo al Padre. 

E così la preghiera si fa più forte, una preghiera non solitaria, ma vicina a quel grido che dinanzi a me si apre. Mentre vedo lo "scandalo" della sofferenza, della croce, mi accorgo che Gesù non è lontano, Lui abita tutto questo! La Croce non è vuota o abbandonata… lì c'è già il germe piccolo ma potente della Risurrezione.

E allora mi raggiunge la bellezza di Lucia che mi vede entrare e sorride perché attende di poter pregare insieme anche solo una decina del Rosario (lei che dopo l'intervento non può più parlare e neanche riesce a mangiare), o ancora ascolto Antonietta che con i gesti mi dice: "Lui c'è! Lui c'è! Io sto bene…piano piano…mi affido a Lui!"; o ancora Rosalia che dice: "Prega per me, prega per me", lei che davvero sta lottando debilitata dalla chemioterapia; o ancora Giuseppe suo marito che lontano dalla moglie mi consegna le paure e le angosce più grandi.

Che mistero è la vita e la sofferenza …eppure come diceva Antonietta: "Lui c’è, Lui c’è!". 
Questa è la mia piccola, ma potente, esperienza che affido anche alla vostra preghiera. Sì, perché davvero ogni vita, ogni storia, ogni volto è prezioso agli occhi di Dio.

sr. Maria Rita Vitucci



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