"Mentre il beato Francesco stava pregando alle falde della Verna, ebbe la visione del Cristo sotto le apparenze di un Serafino crocifisso. Questi gli impresse le stimmate della Croce alle mani, ai piedi e anche alla destra del costato: quelle stesse di nostro Signore Gesù Cristo" (LegM. XIII, 3)
Nel settembre del 1224, mentre sul monte della Verna Francesco era immerso nella meditazione, il Signore Gesù, con un prodigio singolare, gli impresse nel corpo le Stimmate della sua Passione! Francesco, che sin dalla sua conversione aveva nutrito un grande amore per Cristo Crocifisso, a due anni dalla sua morte, poteva dire con la sua vita:
"SONO STATO CROCIFISSO CON CRISTO E NON VIVO PIU’ IO, MA CRISTO VIVE IN ME" (Gal 2,19ss)
E noi? Anche noi vogliamo essere, non solo spettatori della santità di uomini e donne come Francesco, Chiara e tanti altri… ma protagonisti di una santità, a cui tutti siamo chiamati! Nella Lumen Gentium, al n° 40, si parla di "vocazione universale alla santità": "É dunque evidente per tutti, che tutti coloro che credono nel Cristo, di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nelle stessa società terrena un tenore di vita più umano".
Sono parole di più di cinquant'anni fa, ma ancora tanto attuali: noi battezzati, figli di Dio Padre nel Signore Gesù siamo chiamati, per Grazia dello Spirito Santo, ad umanizzare questo mondo che per alcuni aspetti si sta sempre più disumanizzando! Siamo chiamati a essere "sale della terra e luce del mondo" perché, attraverso il nostro modo di essere e di agire, gli uomini possano "rendere gloria al Padre che è nei cieli" (cf. Mt 5,13-16).
SIGNORE COSA VUOI CHE IO FACCIA?
É la domanda che Francesco ha portato nel cuore, sin dai primi passi del suo cammino, ed è il titolo di un "cammino" mediatico (attraverso post mensili) che vogliamo offrirti: hai già fatto una scelta di vita? Questo cammino può offrire un piccolissimo contributo per nutrire la tua scelta! Non sai qual è la tua strada? Forse raccoglierai qualche intuizione per il tuo discernimento! Porti nel cuore il desiderio di una vita cristiana più autentica? Questo percorso nasce dal desiderio di condividere, con chi lo desidera, un piccolo frammento di vita cristiana, guardando a frate Francesco. Un piccolo nutrimento per il nostro cammino, sapendo che è Gesù l'unico Maestro per la nostra vita! Francesco, alla fine della sua vita, dirà ai suoi frati: "Io ho fatto la mia parte, la vostra Cristo ve la insegni" (FF 1239).
Il percorso prenderà spunto da alcuni dei 28 affreschi della Basilica Superiore (da molti attribuiti a Giotto e alla sua scuola, anche se non tutti sono concordi).
Oggi meditiamo il 19° affresco. Cosa dice alla mia vita questa esperienza di Francesco? Forse dobbiamo anche noi sperare di ricevere le stimmate?
"Per Tommaso da Celano, il primo biografo di Francesco, le stimmate sono il segno di una grande sofferenza spirituale, quella che accompagnerà Francesco nell'ultimo periodo della sua vita, gravemente malato, quando si sentirà tradito e abbandonato dai frati, ormai a migliaia e bisognosi di sicurezza e stabilità, con richieste lontanissime dal suo progetto" (cf. Chiara Frugoni, Le storie di San Francesco, p 64).
Possiamo guardare alle stimmate anche come segno di una sofferenza trasfigurata! Gesù ha sofferto è stato messo in croce, è morto ed è risorto, ma i segni di quel dolore sono ancora lì, forse a ricordarci che nella vita gioia e dolore ci sono compagne di viaggio fino al giorno in cui: "… egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte, né lutto, né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate…" (Ap 21,3 ss).
"CHI SEI TU O DOLCISSIMO IDDIO MIO? CHE SONO IO, VERMINE VILISSIMO
E DISUTILE SERVO TUO?" (FF 1916)
É questa una domanda, una ricerca che accompagnerà Francesco durante tutta la sua vita; possiamo dire che la sua è stata una "Spiritualità dal Basso".
La spiritualità dal basso è la via dell'umiltà… La parola latina humilitas ha a che fare con humus, cioè terra… L’umiltà è il coraggio della propria verità… Dobbiamo prima sporcarci le mani scavando nella terra, se vogliamo trovare il tesoro nascosto in noi. Henri Nouwen diceva: "Proprio là dove siamo feriti, dove siamo infranti, siamo anche resi aperti a Dio". La ferita ci costringe a cercare la salvezza-salute nella nostra interiorità e non in bravura e forza esteriori. In ognuno di noi, per quanto ferito dalla vita, c'è questa stanza salutare, questo "sancta sanctorum" accessibile soltanto a Dio. Ivi pur in mezzo alle nostre lacerazioni, possiamo sperimentare il Dio che guarisce e salva (per approfondire: Grun- Dufner, Spiritualità dal Basso, Queriniana).
Un giorno frate Masseo chiese a Francesco: "Perché a te? Perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di vederti e d’udirti e d’obbedirti? Tu non sei un bell'uomo nel corpo, tu non sei di grande scienza, tu non sei nobile; perché tutto il mondo ti viene dietro?... E rispose Francesco: Quegli occhi dell'Altissimo Iddio non hanno veduto fra li peccatori nessuno più vile, né più insufficiente, né più grande peccatore di me… e perciò ha eletto me per confondere la nobiltà e la grandezza e la fortezza e la bellezza e la sapienza del mondo, perché si conosca che ogni virtù e ogni bene è da Lui, e non dalla creatura, e nessuna persona si possa gloriare al cospetto suo; ma chi si gloria si glori nel Signore a cui è ogni gloria e onore in eterno! "(Cf FF 1838).
Facciamo nostra la preghiera di Sant’Anselmo:
Insegnami a cercarti e mostrati a me che ti cerco.
Io non posso cercarti se tu non mi insegni,
né trovarti se tu non ti mostri.
Che io ti cerchi desiderandoti, che ti desideri cercandoti,
che ti trovi amandoti, che ti ami trovandoti.
Prossimo appuntamento: il 4 Ottobre... Il Signore ti dia Pace!
sr. Patricia Paola Pennese
Se qualcuno vuole contattare personalmente sr. Patricia, può scriverle a questo indirizzo: patriciapaola@libero.it.
Grazie di cuore!!!
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