Mentre l'estate scorre tra giornate afose e bombe d'acqua, la Chiesa ci sorprende con questa festa mariana: l’assunzione della Vergine Maria. Maria, che spesso abbiamo relegato nelle nicchie delle chiese facendone un modello irraggiungibile o riservato a pie devozioni, straordinariamente ci si rivela proprio in questa occasione come colei che ha vissuto in tutto e per tutto il suo essere donna a tempo pieno nel quotidiano. In lei l’umanità ha gustato la benedizione di Dio; il sì al progetto d'amore del Padre ci ha rivestiti di salvezza in Cristo Gesù.
Ma mentre scrivo queste righe penso: siamo ancora sintonizzati sull'onda di Dio? Siamo ancora consapevoli di essere eredi di una eternità incorruttibile che ci plasma per tutto il tempo della vita? Quanto l’oggi ci sgomenta e ci attrae, tanto da perdere il senso della nostra vita, e ci fa cadere nel disincanto della fede?
Nella celebrazione vespertina della vigilia, viene letto il Vangelo di Luca 11,27-28. Un versetto soltanto che ha, però, la potenza di uno tsunami che ci raggiunge dall'eternità. Gesù risponde a coloro che benedicono il grembo e il seno che lo hanno allattato; un elogio alla madre che tutti vorremmo sentire dire per tutte le madri, ma Gesù corregge ed estende quella benedizione a coloro che ascoltano la sua Parola e la mettono in pratica.
È forse una risposta irriverente verso Maria? Tutt'altro; essa diventa così il vero modello da seguire: perché Maria è la donna dell’ascolto di Dio. Voglio pensare a Maria come la donna dei giorni feriali che non ha smesso mai per un momento di essere la donna del sì, a Dio e ai fratelli nel servizio amorevole, nel lavoro svolto con amore e impegno, nella lode incessante all'Altissimo per i benefici del Suo Amore. Anche nella durezza della vita che si è affacciata anche per lei Maria, rimane fedele alla promessa del Signore che ha fatto per lei cose grandi.
Non è scappata di fronte alle difficoltà né ha fatto sfoggio del suo essere la piena di grazia per umiliare chi non ce la fa nel cammino e che cade spesso sotto il peso degli sbagli e delle incoerenze. Fin sotto la croce Maria ha dilatato il suo cuore per tutti gli uomini e le donne fino alla fine dei tempi.
Maria è la sorella che si è fatta compagna di viaggio di tutti noi: è ferma alle stazioni degli autobus o è seduta accanto a noi negli ospedali, è solidale in tutte le sofferenze e ingiustizie degli uomini, abita nelle baraccopoli delle periferie, nei campi di lavoro, e guarda insieme a noi il sorgere del sole e i tramonti delle giornate a volte piene di fatica e di dolore, è inginocchiata accanto a noi nelle chiese e adora il Figlio suo. Maria che si mette in cammino sollecita incontro all'umanità che non spera più e ha abbassato lo sguardo sul futuro che è ormai troppo incerto.
L’Assunzione di Maria è come un battito d’ala che ci solleva alle cose eterne che ci danno il respiro di Dio. Chiusi in noi stessi, abbiamo dimenticato chi siamo e a cosa siamo chiamati ad essere: figli dell’Altissimo, eredi di un Regno che non si corrompe e non marcisce dietro a pensieri di morte e di discriminazioni.
Quello di Maria non è un privilegio toccato a lei e basta. Il Padre ci vuole con sé e ci vuole felici fin da ora. Il segreto? Ce lo dice Maria: Fate tutto quello che vi dirà! (Gv 2,5) Un augurio di cuore perché celebriamo con Maria anche la nostra assunzione al cielo, quando finalmente i nostri occhi si apriranno su quei cieli nuovi e terra nuova che appartengono a coloro che ascoltano la sua Parola e la mettono in pratica.
sr. Maria Grazia Marzocchini
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