Credo che ciascuno di noi sappia, almeno per sentito dire, che vi è una sottile differenza tra il guardare e il vedere; tra il sentire e l'ascoltare; tra il prenderci cura e l'aver cura dell'altro.
Tali differenze le considero fondamentali per poter condividere con voi l'esperienza di servizio che la comunità di Loreto e la formazione, insieme alla comunità parrocchiale del S. Cuore ha vissuto rispetto l'accoglienza delle persone colpite dal sisma dell’ottobre del 2016.
Varie sono state le richieste d'aiuto, in particolare però quella del servizio a Montorso dove sono stati ospitati soprattutto anziani, provenienti da Tolentino.
Anziani, uomini e donne, che hanno perso la loro casa; in poche ore la loro vita è totalmente cambiata, stravolta … si percepisce la fatica in alcuni di accogliere tutto questo, la fatica nel trovare un senso, un perché, la fatica nel pensare di dover cominciare da zero.
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. […] un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui». (Lc 10)
Davanti a questo non si può solo guardare … non si può solo sentire… sento che ci è chiesto di stare. Come il Samaritano, siamo chiamate a fermarci, a vedere e toccare, ascoltare il grido di chi spera in un domani, di chi vuole comunque ricominciare; tutto questo con piccoli gesti e atti cura come stare al loro fianco, aiutare nell'organizzazione dei pasti, trascorrere con loro del tempo, dedicare loro il nostro tempo … condividere… affinché possano percepire la vicinanza, l'amore, il Suo Amore.
Anna
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