venerdì 30 gennaio 2015

A proposito di... trasferimenti 1/2


 "Lasciare è un po' morire", ma noi sappiamo che non c'è morte senza risurrezione! Sicuramente non è stato semplice "lasciare" le sorelle della comunità di Casa Emmaus con cui il Signore mi ha dato la grazia di camminare dall'inizio del mio percorso di discernimento vocazionale fino ad oggi che sono in noviziato. 

Nel trasferimento alla comunità di Loreto sento con forza che il Signore non mi ha tolto nulla, anzi, in questo passaggio, mi ha donato ancora una volta il centuplo. Anche se è stata una cosa inaspettata, certamente è un segno della cura che il Padre sta avendo per me, aiutandomi a sperimentare sempre più ciò a cui mi ha chiamata.

Stare qui, nel tempo del noviziato, significa, per me, attingere alla fonte della nostra esistenza: stare alla presenza del Signore Gesù in diversi modi. È toccare con mano le piaghe di Gesù nelle sorelle che soffrono; è scoprire nel loro volto la gioia di vivere l'ultimo tratto di questa vita terrena per poter finalmente godere dell'abbraccio eterno e della contemplazione del volto dello Sposo al quale si è donata tutta la vita; è vedere delle sorelle che si lasciano plasmare dal Signore per poter godere della promessa del Regno dei cieli; è stare a contatto con uno scrigno inesauribile di tesori che testimoniano la storia della nostra famiglia religiosa e del nostro carisma; è vita fraterna vissuta nella gioia e nella semplicità delle piccole cose; è tanto altro, ma soprattutto è sperimentare l'eterna fedeltà di Dio nella vita di ogni sua debole e fragile creatura.

Sicuramente qui, come in ognuna di noi e in ogni comunità, ci sono fatiche, contraddizioni, ma, insieme a quelle, mi sento chiamata a scoprire e a guardare con occhi grati ciò che ogni giorno il Signore prepara e compie per me, perché la mia vita, come quella di ogni sfma, possa essere non un lamento, ma testimonianza gioiosa e canto di lode al nostro Creatore sull'esempio del nostro serafico padre san Francesco.

Voglio ringraziare il Signore per questo tempo fecondo e di grazia che mi sta donando di vivere e per il dono della presenza di sr. Rosaria come assistente nella formazione. Proprio lei che è stata la prima suora del nostro Istituto che ho conosciuto e alla quale ho affidato il desiderio che il Signore ha posto nel mio cuore. Oggi Lui ci sta donando di camminare insieme, con sr. Giovanna (mia maestra di noviziato) e Gloria (postulante), insieme alle sorelle di questa grande comunità. Non posso che esclamare con tutta la forza che ho nel cuore: "Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?"

Maria Rosa Piombino (novizia sfma)




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