mercoledì 17 febbraio 2016

La donna emorroissa


Da venerdì 5 a domenica 7 febbraio, si è svolto il secondo incontro, presso Casa Emmaus ad Assisi, del percorso "La Misericordia incontra le donne", rivolto ad adulte dai 35 anni in su. 

La figura femminile, che ha dato spunto alla riflessione che ha condotto sr. Maria Grazia, è stata l'emorroissa: una creatura che soffriva d'emorragia da dodici anni, dilapidando le sue risorse presso diversi medici senza riuscire a guarire. Le perdite di sangue rimandano al valore della vita che in lei si sta estinguendo, anche perché questa malata era emarginata da tutti, essendo considerata impura, impossibilita, quindi, alle relazioni umane, ma anche con Dio, non potendo avere accesso al Tempio. 

Ella ha il coraggio di trasgredire la legge che le vieta ogni contatto, toccando il mantello di Gesù. È proprio questo suo gesto di fede e di audacia che le ottiene la salvezza: "Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata", la rassicura Gesù. Finalmente la donna ha trovato chi si china amorevolmente sulle sue ferite senza provarne ribrezzo o scandalo, poiché, come afferma S. Paolo, "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno,  perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede" (Gal 3,13-14). Egli ha assunto su di sé tutti i nostri mali, in modo che ne fossimo liberati e redenti. La schiavitù dell'arida normativa è vinta dalla supremazia dell'amore. È questa la missione salvifica del Signore che compie ancora oggi in mezzo a noi, "affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza." (Gv 10,10). Nel Vangelo di Luca Cristo parla di "una forza che è uscita da lui". È questa la potenza risanatrice e benefica del suo amore, capace di rigenerare e di rinvigorire l'essere.

Sr. Giovanna, a sua volta, ci ha illustrato un altro aspetto del "padrone di casa", s. Francesco, legato alla misericordia, parlandoci del suo iniziale periodo di conversione trascorso nella chiesetta diroccata di san Damiano, presso un sacerdote "poverello". La sua scelta preferenziale, infatti, come quella di Cristo, è la povertà, la minorità: vivere da umile e con gli umiliati. È quanto poi sperimenterà di persona quando, dopo che la sua famiglia religiosa sarà enormemente cresciuta, si troverà quasi estromesso dall'Ordine che lui stesso ha fondato, accanto a frati più colti e sapienti, e sentendosi così poco apprezzato e rispettato avrà la tentazione di lasciare tutto e tornare in solitudine. 

Tuttavia, nel colloquio con Dio comprenderà sorprendentemente ciò che rivelerà, con la vera sapienza della croce, a Frate Leone nella parabola della "perfetta letizia", la quale non consiste nel fare tanti proseliti o miracoli, bensì nel conservare la pace in mezzo alle avversità e alle ostilità del mondo, anche nel caso estremo presentato da Francesco in cui, dopo aver tanto camminato in mezzo alle intemperie di un pieno inverno, avendo bussato alla porta del proprio convento, non venisse neanche riconosciuto, bensì cacciato in malo modo: "Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima" (FF 278).

Grazie all'iniziativa di una giovane mamma presente, abbiamo potuto anche beneficiare della visione del "Piccolo Principe", che ci ha aperto gli occhi sulla necessità di serbare un cuore fanciullo, che sappia ancora credere nel sogno (inseguendo tra le stelle il proprio pianeta perduto) e non perdere la speranza pur nel grigiore dell’età adulta, bensì coltivando sempre la freschezza dell’amore (figurato dalla delicata immagine della rosa).

Le suore ci hanno riservato una calorosa accoglienza, in perfetto spirito francescano: è stata anche una preziosa occasione per fraternizzare con le altre "compagne di viaggio", per conoscersi e scambiarsi le proprie esperienze e insegnamenti di vita. 

Abbiamo potuto visitare i luoghi baciati dalla santità di Francesco, in particolare S. Damiano, dove S. Chiara ha vissuto con la sua comunità, partecipando alla preghiera dei vespri e di adorazione dei frati in un clima di intensa spiritualità. Siamo grate al Signore e alle sorelle che ci hanno permesso di "incontrare la misericordia di Dio", con il confronto personale e la testimonianza autentica della loro carità che è passione di comunicare la gioia del Risorto, con l'auspicio che davvero il Salvatore possa abitare le nostre vite.

Flavia




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