martedì 3 febbraio 2015

A proposito di... trasferimenti 2/2


"Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia" (Mt 7,25)

Questo Vangelo mi sembra una buona icona per sigillare un evento significativo del nostro cammino formativo: anche noi formande abbiamo vissuto la nostra prima "obbedienza"!
E' stato un dono di Dio che, nella Sua paterna sapienza, ha conosciuto il tempo propizio. Ci ha offerto un'occasione per stringerci ancora di più a Lui e per verificare su quale Amore, su quale roccia e su quale persona stiamo fondando la nostra vita.
E' la pedagogia dell'itineranza che il nostro serafico padre Francesco da sempre ha comandato ai suoi frati.

Quando c'è un trasferimento si vive un po' un "terremoto" esteriore (scatoloni, pacchi, scotch...) e interiore (ci si prepara a lasciare le persone con cui si era stabilita una relazione per aprirsi a delle nuove). Come si vive questo terremoto, con quale atteggiamento e disposizione di cuore... ecco, questa é la cartina al tornasole per poter verificare a che punto siamo nel cammino di sequela, a che punto siamo nella relazione principale e fontale con Gesù.

E' anche il tempo della gratitudine e della commozione perché ci si rende conto della qualità delle relazioni instaurate e di quanto le sorelle siano entrate dentro di noi. Quando ci si "lascia", si apre uno scavo, un varco, un vuoto nel cuore che poi ne permette la dilatazione e lo prepara ad accogliere nuove persone, nuovi semi che fioriranno. Anche questa esperienza interiore é un dono di Dio che rinnova il suo Amore in ogni evento della vita, anche quello più inaspettato, come il nostro trasferimento a Loreto! :-)
Egli ci allena a mantenere un cuore giovane, aperto, elastico, pronto ad accogliere, ad allargare i "paletti della nostra tenda".

Nella nuova comunità siamo state accolte con un affetto materno che viene da donne che hanno vissuto un'intera vita di consacrazione, di amore donato. Qui sperimentiamo la genuinità e la letizia delle cose semplici che formano un cuore mite e umile. Qui vediamo incarnate l'innocenza, la mansuetudine e l'obbedienza che aveva Gesù nei confronti del Padre.
Siamo anche molto più a contatto con la vita in tutte le sue sfumature, compresa la morte che a volte viene a visitarci. Sperimentiamo come tutto sia un percorso così naturale: la morte si armonizza con la vita perché conduce alle soglie dell'incontro eterno con Dio.

Grate al Signore, rendiamo a Lui lode e gli affidiamo le sorelle che abbiamo "lasciato" a Casa Emmaus e quelle con cui condivideremo la nostra vita ora, compresa sr. Rosaria, nostra nuova assistente!

Gloria (postulante sfma)



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