Liturgia del giorno: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42.
La Parola che ci viene donata in questa terza domenica di Quaresima sembra volerci dire che l'incontro con Gesù, con il Maestro, nasce da un amore che si dona, da un amore che sempre è innanzi a noi, che ci custodisce e che ci dona l'acqua viva.
"Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo… Giunge una donna samaritana ad attingere acqua".
Gesù arriva al pozzo e si ferma, arriva una donna e inizia a parlare con lei, manda in aria tutti gli schemi, un uomo che parla con una donna. A Lui interessa solo l'incontro, si accorge di chi è davanti a sé e le rivolge la parola. Gesù non teme il giudizio degli altri nel farsi vedere a parlare con la donna, non ha paura di entrare in relazione con lei.
Quante volte noi abbiamo paura dell’altro, del suo giudizio e lo percepiamo come una minaccia?
La donna sembra "iniziare" un "viaggio" con Gesù… e noi?
Gesù sembra quasi prendere per mano la donna, per condurla a percorrere un viaggio dentro di sé, un viaggio nella sua interiorità. Sembra voglia educarla ad avere contatto, a far amicizia, con i suoi desideri più profondi.
"Le dice Gesù: Dammi da bere"
Gesù chiede alla donna di bere, si mostra assetato, manifesta un desiderio maggiore di entrare in relazione. Questo permette alla donna di mettersi in ascolto e di accogliere il suo invito. Si lascia da Lui guardare e cosi pian piano scopre in profondità quale è il suo vero bisogno. Gesù sembra dire alla donna: "Tu sei fatta per qualcosa di più grande".
"Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima ed io ti amo" (cf. Is. 43,4)
Gesù sembra voler risvegliare in lei, nel suo cuore, il desiderio profondo, quel desiderio che le permetta di non accontentarsi di vivere nella mediocrità il suo quotidiano. La donna si lascia interpellare da tutto ciò e permette a Gesù di entrare in dialogo sulla sua realtà concreta, su ciò che concretamente vive.
"Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui". Gli risponde la donna. "Io non ho marito"
La donna non si nasconde, non ha paura, non si sente giudicata. Intuisce che può essere liberata dalla sua schiavitù.
Gesù si rivela, manifesta chi è.
"So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà. Ci annuncerà ogni cosa." Le dice Gesù: "Sono io, che parlo con te".
E la donna ristorata nel suo desiderio di amore dalla "vera Sorgente", si dimentica del suo bisogno e lascia la brocca e va ad annunciare il suo incontro con il Signore che ha dissetato la sua sete, che l'ha liberata dalla sua schiavitù.
Papa Francesco nell'Angelus del 23 marzo 2014 dice:"Troviamo anche noi lo stimolo a 'lasciare la nostra anfora' simbolo di tutto ciò che apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all'amore di Dio, tutti ne abbiamo una, o più di una!"
Donaci Signore Gesù di comprendere quale è la nostra anfora "interiore" che siamo chiamati a lasciare e che più ci allontana da Te e dal tuo grande amore.
sr. Giovanna Romano
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