"E voi, ce l’avete un motivo per cui valga la pena vivere?!?"… la voce di don Luigi Epicoco tuonava nel Convento dell’Immacolata di Roma, e i 200 giovani, comprese noi, erano letteralmente bombardati dalle mille provocazioni che come frecce di fuoco questo giovane prete ci stava lanciando.
Stava suscitando in noi delle domande profondissime, esistenziali commentando il brano del Vangelo di Gv 15 sul rapporto fra i discepoli e il mondo. "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.. " ecc. ecc.. In questo discorso, poco prima Gesù aveva detto: "In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto".
Eccolo qua! Il tema del convegno a cui abbiamo partecipato a Roma con i giovani della Gioventù Francescana (Gi.Fra.) nazionale, dal 9 al 13 agosto, "Che portiate molto frutto"… è stato un percorso interessantissimo e affascinante che abbiamo condiviso insieme a tutta la famiglia francescana: erano presenti infatti con noi alcuni frati minori conventuali, un frate minore e uno cappuccino e tanti giovani.
Abbiamo compiuto un itinerario spirituale e "geografico", da Gerusalemme a Roma, sulle orme di Pietro e Paolo. Siamo stati introdotti da fr. Antonino Carillo (OfmConv) che ci ha fatto sperimentare una liturgia dell’accoglienza tipica della cultura ebraica, intingendo pane nel sale e bevendo vino sotto le dolci note di una musica palestinese che risuonava nell'aria con le calde parole del Cantico dei Cantici.
I giorni poi si sono snodati cominciando con un momento formativo tenuto da don Fabio Rosini che ha commentato la prima parte del Vangelo di Gv 15 (vv. 1-8), sviscerando la preziosità della vita da figli che riceviamo nel Battesimo, ricordandoci che è il Padre il vignaiolo da cui lasciarci lavorare con docilità. La vita nuova è una vita da figli e da fratelli! Don Fabio ci ha poi provocato domandandoci dove prendiamo la vita e a chi la chiediamo! A Dio o agli idoli che ci svuotano?
A questi momenti formativi sono seguite delle condivisioni a piccoli gruppi in cui è emersa meravigliosamente la profondità dei ragazzi, dai 18 ai 30 anni, e la bellezza della loro vita interiore; era evidente che stavano prendendo sul serio la loro vita e si stavano veramente interrogando su cosa significhi vivere il Vangelo, seguendo Gesù sui passi di Francesco; mantenendo "il Vangelo come guida, la Chiesa come madre, gli ultimi come fratelli ", come recita la promessa Gi.Fra.
Un'intera giornata è stata dedicata alla scoperta dei luoghi "petrini" e "paolini". Abbiamo visitato la casa che Paolo prese in affitto per due anni dove accoglieva tutti coloro che venivano da lui (At 28, 30-31); anche in catene egli era libero, così come la Parola di Dio che annunciava con franchezza.
Abbiamo fatto poi sosta alla casa dove l’evangelista Luca scrisse molto probabilmente gli Atti degli Apostoli, S. Maria in via Lata; alla Basilica di santa Pudenziana, dove un’intera famiglia patrizia si convertì e si fece battezzare da Pietro, che poi venne accolto forse insieme a Paolo e abbiamo ammirato degli stupendi affreschi fra cui uno in cui Gesù è rappresentato con delle ginocchia enormi, quasi sproporzionate, proprio per accogliere simbolicamente e far riposare lì tutti noi, che riconosce come suoi veri figli.
Sfilando con canti e bans per le vie romane, con una letizia ed allegria tipicamente francescane, siamo poi approdati a s. Pietro in Vincoli dove abbiamo pregato con fede davanti alle catene di Pietro appunto; catene che, però, come per Paolo, non possono limitare la sua libertà di figlio di Dio ed annunciatore della Buona Notizia. E abbiamo anche fatto tutti insieme un’enorme esclamazione davanti alla possenza statuaria del Mosé di Michelangelo!
Finalmente siamo andati a casa "dei nostri frati": la Basilica dei Santi XII Apostoli che custodisce il piede crocifisso di s. Filippo Apostolo e il femore di s. Giacomo, fratelli nella fede, uniti come Pietro e Paolo dal martirio, per amore di Gesù.
Il filo rosso del martirio ci ha condotti poi all’Abbazia delle Tre Fontane, sgorgate, dice la tradizione, dai tre punti su cui cadde rotolando la testa di Paolo decapitato. Qui abbiamo fatto un tempo di deserto dopo le “bombe” sganciate da don Luigi Epicoco nella sua riflessione, sostando in preghiera e silenzio nel complesso dell’Abbazia dove ora vivono dei monaci Trappisti. È un luogo di vera preghiera, raccoglimento e contemplazione. Qui vive anche una piccola comunità di sorelle di Charles de Foucauld in continua Adorazione eucaristica.
Nella condivisione nei gruppi abbiamo riflettuto su perle preziose: cos'è la vera libertà, sul coraggio di essere Santi e, quindi, essere se stessi senza temere di distinguersi dagli altri, sulla necessità di passare attraverso il conflitto con il "mondo" che punta a gestirci ed omologarci e a trattarci come pedine da gioco, su cos'è il vero martirio, sull'importanza del discernimento… come vedete… lungi da noi la mediocrità e la leggerezza!
E per un finale esplosivo: domenica mattina Angelus col Papa che ci ha ricordato l’importanza di rimanere sempre sulla “barca” della Chiesa e non su altri battelli a buon mercato, che ci illudono. Dopo aver celebrato la S. Messa in S. Pietro siamo tornati a casa con tanta nostalgia di Dio e tanta gratitudine a Lui, per averci donato di vivere questi giorni in semplicità, letizia e una profonda fraternità fra di noi, coi frati e coi ragazzi, con cui abbiamo vissuto da subito un legame bello e intenso.
Bene amici, se anche voi siete stati colpiti da questa testimonianza, correte a leggervi qualche lettera di Paolo o di Pietro, fratelli, testimoni coraggiosi che hanno preso sul serio la Vita Nuova ricevuta da Dio nel Battesimo e attraverso un lungo e tortuoso cammino hanno vissuto la libertà più grande: restituire questa Vita a Dio e ai fratelli nel martirio!
Oppure cercate la fraternità Gi. Fra. più vicina a casa vostra!!
Oppure… Cercate, cercate, cercate! Ciò che conta è rimanere sempre in ricerca di quel Dio che con passione cerca noi prima di tutto!
Un arrivederci fraterno!
sr. Gloria e sr. Rosa
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