martedì 5 gennaio 2016

Il Crocifisso di san Damiano parla a Francesco


Mentre il beato Francesco pregava davanti all'immagine di un crocifisso, uscì dalla croce una voce che per tre volte disse: "Vai, Francesco, e ripara la mia casa che è tutta in rovina" volendo intendere la Chiesa di Roma (cf. FF 1038)

Il IV Affresco che oggi meditiamo ci fa emergere una domanda: "Perchè mai quel giovane mercante, che godeva della considerazione dei giovani ad Assisi e aspirava a diventare cavaliere, a un certo punto,  mise in atto una serie di comportamenti che uscivano dal suo consueto modo di comportarsi?" Negli affreschi di Giotto, prima della preghiera a San Damiano, c'è una grande "omissione" che non possiamo tacere, perché nel cammino di conversione è lo stesso Francesco che ce lo ricorda come momento "importante". 


Ascoltiamo il Testamento di Francesco: "Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia: E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo". (FF 110) 

Francesco, quando alla fine della sua vita ripercorre il suo percorso biografico, fissa il suo cambiamento in un incontro, nell'incontro con i lebbrosi. Francesco era giovane, sano, ricco, poteva diventare potente; quell'altro era malato, povero e, soprattutto, era disprezzato. Nel Medioevo si riteneva che i lebbrosi fossero responsabili della loro malattia, che era il segno del loro peccato. Anche per Francesco, figlio del suo tempo, era un'amarezza l'incontro con i lebbrosi, ma un giorno con essi usò misericordia!

Si può dire che in un certo senso è l’incontro con il lebbroso che prepara l’incontro con il crocifisso. Francesco certo aveva visto molte volte delle croci dipinte, ma solo quel giorno si accorse del crocifisso come un uomo che soffre… Si può dire che nel crocifisso Francesco vide uno dei poveri che aveva da poco incontrato. E, forse allora, capì che nei poveri che aveva incontrato, aveva incontrato il suo Signore crocifisso (cf. Marco Bartoli, La libertà Francescana).

SIGNORE COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Forse è importante ricordarci che nel nostro cammino di fede non possiamo mai separare Dio e gli altri: "Se uno dice: 'Io amo Dio' e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello". (Gv 4,20)

Comprendiamo bene come Francesco, consapevole di quanto il cammino di conversione durasse tutta la vita, proprio verso la fine dirà ai suoi fratelli "Cominciamo fratelli a servire il Signore Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto!" (FF 500)

Carissimo fratello e sorella, diamo un nome al nostro lebbroso e facciamo un piccolo passo perché ciò che è amaro si trasformi in dolcezza e, nella tua preghiera davanti al Crocifisso di San Damiano:


Lascia che le sue braccia aperte ti avvolgano di  tenerezza
 e ti dicano:
Va’ e ripara la mia casa che è la tua vita.

Lascia che il suo costato trafitto da cui è sgorgato sangue e acqua, da cui è nata la chiesa ti dica: 
Va’ e ripara la mia casa che è la chiesa.

Lascia che i suoi piedi trafitti che hanno camminato alla ricerca della pecora smarrita ti dicano:
Va’ e ripara la mia casa che è il mondo.

Il suo sguardo d’amore possa fissarti e dirti:
Seguimi

E, come Francesco, anche tu possa rispondere: 
questo io chiedo questo voglio questo bramo 
fare con tutto il cuore, amen

Il Signore ti dia Pace! Prossimo appuntamento 4 febbraio.

sr. Patricia Paola Pennese



Se qualcuno vuole contattare personalmente sr. Patricia, può scriverle a questo indirizzo: patriciapaola@libero.it.




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