sabato 17 dicembre 2016

Quarta domenica di Avvento 2016


Liturgia del giorno: Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24.

"Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa" (Mt 1,20)

Il Vangelo della quarta domenica di Avvento ci racconta di Giuseppe che viene a trovarsi al centro di un grande e terribile dramma: deve affrontare nel suo cuore la dolorosa scelta  tra l'amore a Maria, sua promessa sposa, e le esigenze della legge. La sua sposa infatti, "prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo". Essendo giusto e amando Maria, con grande sacrificio e forza d'animo, Giuseppe decide di rinunciare a lei in silenzio, senza esporla alla scandalo e alla severa legge del tempo. Ma Dio interviene e gli annuncia: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".

Giuseppe accoglie la volontà di Dio come Maria, che aveva detto all'Angelo: "Avvenga di me secondo la tua parola" (Lc 1,38). L'obbedienza rese Giuseppe padre adottivo di Gesù: "Giuseppe fece come gli aveva detto l'Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa". Entrambi vissero la loro decisione fondandosi sulla fede incondizionata alla parola di Dio; il loro sì li fa entrare nel piano segreto di Dio: "Tutto ciò avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele". Giuseppe entra così nell'intimità della relazione con Maria e con Gesù.

"Non temere" dice l'Angelo a Maria e poi a Giuseppe. La Bibbia è attraversata da queste due parole che il Signore pronuncia quando si rivolge e si manifesta all'uomo. La paura, al contrario della fede, fa fuggire da Dio. Infatti, le prime parole dell'uomo rivolte a Dio furono: "Ho avuto paura" (Gen 3,10).  

La bella notizia, che questo brano di Matteo ci reca, è che Dio chiede ad ognuno di noi di collaborare con lui al suo misterioso disegno di salvezza senza temere, senza nasconderci per paura, ma aprendoci alla sua Parola che viene a noi per salvarci, per sollevarci dalla depressione del non senso della vita facendoci cogliere, negli avvenimenti, i segni della fedeltà di Dio che è sempre all'opera e vuole il bene di ogni sua creatura, di ognuno di noi.

In questo tempo liturgico, che ci invita a far spazio a Dio nel silenzio della nostra interiorità, dilatiamo il cuore e il desiderio per ascoltare ed accogliere la Parola e dire a questo Angelo il nostro "sì, avvenga di me secondo la tua parola". Ci accorgeremo che Dio, quando chiede cose "dure", è perché prepara grazie grandi.

sr. Giovanna Dugo



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