sabato 28 marzo 2015

Domenica delle Palme 2015



Liturgia del giorno: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47.

"Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" (Mc 11,9)

La Chiesa, nella sua sapienza, oggi ci dona un’abbondanza di Parola per introdurci nel grande mistero che si compie nella vita di Gesù. Nella liturgia dell'Ingresso ascoltiamo il Vangelo di Marco che ci narra l'entrata festosa di Gesù nella città di Gerusalemme (Mc 11,1-10). Viene accolto come il Re, il Messia, che finalmente è giunto a salvare il suo popolo. La lettura della passione e morte (Mc 14,1-15,47) ci fa poi comprendere che questa salvezza passa attraverso la croce nella consegna totale di sé che Gesù fa al Padre.

Chi stiamo seguendo? Chi è il nostro Dio? Qual è l'immagine che abbiamo di Dio? Il Re che viene con potenza e forza o colui che, pur essendo Dio, ha svuotato se stesso divenendo simile a noi per consegnarsi totalmente al Padre e manifestare così il suo amore per noi (Cf Fil 2,6-11)? Anche noi come i discepoli, come il popolo d'Israele dobbiamo riconoscere che fatichiamo ad entrare in questa prospettiva e, come loro, tante volte speriamo in un Dio che è onnipotente secondo le nostre categorie.

Questa "nuova" Settimana Santa che il Signore ci dona di vivere è una nuova possibilità che ci è data per metterci accanto a Lui, e con umiltà di cuore, ripercorrere la Sua passione e morte per lasciarci raggiungere e comprendere la profondità, la larghezza e l’ampiezza del suo amore per noi.

Ti chiediamo, Signore Gesù, di guidarci in questo cammino verso Gerusalemme e verso la Pasqua. Ciascuno di noi intuisce che tu, andando in questo modo a Gerusalemme, porti in te un grande mistero, che svela il senso della nostra vita, delle nostre fatiche e della nostra morte, ma insieme il senso della nostra gioia e il significato del nostro cammino umano. Donaci di verificare sui tuoi passi i nostri passi di ogni giorno. Concedici di capire, in questa settimana che stiamo iniziando, come tu ci hai accolto con amore, fino a morire per noi, e come l'ulivo vuole ricordarci che la redenzione e la pace da te donate hanno un caro prezzo, quello della tua morte. Solo allora potremo vivere nel tuo mistero di morte e di risurrezione, mistero che ci consente di andare per le strade del mondo non più come viandanti senza luce e senza speranza, ma come uomini e donne liberati della libertà dei figli di Dio. (Cardinale Carlo Maria Martini)

sr. Francesca Farina (Superiora provinciale)



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