sabato 3 ottobre 2015

Solennità di san Francesco d'Assisi


"E, in verità, un uomo di Assisi molto semplice, ammaestrato, come si crede, da Dio, ogni volta che incontrava Francesco per le strade della città si toglieva il mantello e lo stendeva ai suoi piedi, proclamando che Francesco era degno di ogni venerazione, perché di lì a poco avrebbe compiuto grandi cose, per cui sarebbe stato onorato e magnificato da tutti i cristiani" (FF 1029)

Celebriamo oggi la solennità di san Francesco e ci lasciamo provocare dal primo affresco di Giotto, il cui titolo è  "l’omaggio di un uomo semplice". Siamo agli inizi del cammino del giovane Francesco, che Giotto rappresenta già con l'aureola; in essa ciascuno di noi può scorgere la sua vocazione: chiamati alla santità tra il già (perché è un sigillo che ci abita) e il non ancora (perché ciascuno di noi sceglie, se vuole, di camminare verso la pienezza della santità, verso la pienezza di una vita veramente umana!)

Cosa sappiamo di Francesco giovane?  Ascoltiamo le Fonti: "Francesco era tanto più allegro e generoso, dedito ai giochi e ai canti, girovagava per la città di Assisi, giorno e notte con amici del suo stampo, tanto generoso nello spendere da dissipare in pranzi e altre cose tutto quello che poteva avere o guadagnare. Per questo motivo i genitori gli rimproveravano di fare spese esagerate per sé e per gli altri, da sembrare non loro figlio, ma il rampollo di un gran principe. Ma siccome erano ricchi e lo amavano teneramente, lasciavano correre su quel comportamento, non volendolo contristare. Quanto a lui, non era spendaccione soltanto in pranzi e divertimenti, ma passava ogni limite anche nel vestire, facendosi confezionare abiti più sontuosi di quelli che gli conveniva avere" (cf. FF 1396)

Francesco, la sua storia, la sua famiglia, le sue relazioni, un giovane del suo tempo, un giovane con le caratteristiche di ogni giovane di ogni tempo! Credo sia importante dirci che Francesco non era speciale, e se era tale lo era come lo è ogni giovane! E su ogni giovane Dio Padre ha  un sogno di santità, un sogno di vera e piena felicità! 

Ci soffermiamo su un particolare dell’affresco.

Siamo nella Piazza del Comune ed è visibile il Tempio Minerva (chi è stato ad Assisi, può facilmente riconoscerlo): Minerva era prima un tempio pagano; ai tempi di Francesco era probabilmente una prigione (e le finestre con le grate ci dicono questo); sul timpano un rosone e due angeli che ci ricordano una chiesa! Un tempio pagano, un carcere, una Chiesa…….un po' come il cuore di Francesco all'inizio del suo cammino, un po' come il nostro cuore…

“NON SAPETE  CHE SIETE TEMPIO DI DIO E CHE LO SPIRITO DI DIO ABITA IN VOI?” (1Cor 3,16)

Quando parliamo di cuore pensiamo solo alla sfera dei  sentimenti, ma nella visione biblica non è così. Il cuore è il luogo dell’intelligenza, e della memoria, della volontà e del desiderio, dell’amore e del coraggio. L'uomo interiore (e quindi anche la donna interiore) viene identificato con il cuore dell'uomo, la parte più segreta di ogni essere umano, dove è impressa l'immagine di Dio. Nel medioevo questo luogo veniva chiamato "tempio interiore"! Non c'è niente e nessuno che possa distruggere in noi questo tempio perché è il sigillo di eternità che Dio ha impresso ad ogni uomo! Ma il nostro cuore è anche il luogo della LOTTA SPIRITUALE! 

Ci ricorda Origene: "…Tu devi lottare in te stesso, perché il tuo nemico procede dal profondo del tuo cuore. Non sono io a dirlo, ma Cristo: 'Dal cuore provengono i pensieri malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie'" (Mt 15,19)    

E’ evidente che è proprio questo il terreno su cui si radica la lotta spirituale. Se infatti il cuore è il luogo dell'incontro intimo e dell'alleanza tra Dio e l'uomo, esso è anche il luogo da cui escono le intenzioni cattive..

SIGNORE COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Solo Cristo, che vive in ciascuno di noi, può vincere il male che ci abita, e la lotta spirituale è esattamente lo spazio nel quale la vita di Cristo trionfa sulla potenza del male, del peccato e della lotta.

Accogliendo nel cuore la Parola di Dio, che è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio e penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore (Eb 4,12), ci si apre all'azione della grazia. Non si ripeterà mai abbastanza quanto sia essenziale lasciare spazio all'ascolto della Parola di Dio e all'accoglienza del suo Spirito…e così portare a compimento il suo desiderio: "Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Ez 36,26). 

Non si dimentichi che la vita cristiana non è una inarrestabile ascesa verso l'alto, un cammino di perfezione dopo una definitiva vittoria sul peccato, bensì una vita di un peccatore perdonato, che ritorna costantemente a mendicare la misericordia di Dio, cadendo e rialzandosi senza fine; essa è l'incessante arte di riprendere la conformità a Cristo, è il costante ricorso al calice del suo sangue che purifica e perdona i nostri peccati. (Per un approfondimento: Enzo Bianchi, Custodisci il tuo cuore, San Paolo)

Facciamo nostra la preghiera di sant'Agostino nelle Confessioni:

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; 
grande è la tua virtù e la tua sapienza incalcolabile 
E l'uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, 
che si porta attorno il suo destino mortale, 
che si porta attorno la prova del suo peccato
 e la prova che tu resisti ai superbi. 
Eppure l'uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. 
Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, 
perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace  finché non riposa in te. 
Che io ti cerchi, Signore, invocandoti 
e ti invochi credendoti, perché il tuo annunzio ci è giunto.

Prossimo appuntamento: 4 novembre... Il Signore ti dia Pace

sr. Patricia Paola Pennese


Se qualcuno vuole contattare personalmente sr. Patricia, può scriverle a questo indirizzo: patriciapaola@libero.it.
 

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