sabato 20 febbraio 2016

Seconda domenica di Quaresima 2016


Liturgia del giorno: Gen15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1

La prima domenica di Quaresima ci ha presentato Gesù, faccia a faccia con Satana, nella solitudine del deserto. Questa seconda domenica ci fa contemplare Gesù che conosce la trasfigurazione del suo volto e di tutto il suo essere, reso partecipe della gloria del Padre. Nell'itinerario quaresimale la trasfigurazione di Gesù ci mostra il fine a cui tende questo cammino: la risurrezione, di cui essa è, appunto, profezia.

Alcuni giorni dopo aver annunciato ai suoi discepoli la necessità della sua passione, morte e resurrezione (cf. Lc 9,22) e aver esposto loro con chiarezza le condizioni per seguirlo in tale cammino (cf. Lc 9,23-26), «Gesù prende con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare». Mentre Gesù sta vivendo la comunione piena col Padre, nella preghiera, avviene tutto: il suo volto cambia di aspetto e la sua veste diventa candida e sfolgorante. I tre discepoli vengono resi partecipi di questa comunione, della gloria del Padre che si mostra nel volto del Figlio. Pur essendo oppressi del sonno, non cedono a esso, come faranno, invece, nel Getsemani, e vedono Gesù che conversa con Mosè ed Elia del suo esodo che si sarebbe compiuto a Gerusalemme. 

Davanti a tutto questo Pietro esclama: “Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne”. Pietro sembra aver dimenticato quanto aveva detto Gesù qualche giorno prima, sembra voler fermare quel momento di “beatitudine”. Dalla nube, segno della presenza di Dio, una voce dice “questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”. Gesù rimane l'unico Maestro da ascoltare e da seguire. È, quindi, necessario scendere dal monte e compiere il cammino verso Gerusalemme, sapendo che si potrà ancora fare esperienza di quanto è accaduto sul monte.

Dice Enzo Bianchi: «Il vangelo di questa domenica ci mette dunque in guardia: Gesù non può essere la proiezione dei nostri desideri, ma è il Gesù Cristo secondo le Scritture, e per conoscerlo occorre ascoltare, meditare e pregare la Parola contenuta in tutte le Scritture. Tutto questo nella consapevolezza che la preghiera non ci esenta dalla fatica quotidiana dell’obbedienza a Dio attraverso Gesù Cristo, ossia dal compimento della nostra personale vocazione; al contrario, la preghiera ci aiuta a riempirla di senso, perché trasfigura gli eventi e le relazioni di ogni giorno. Così è stato per Gesù, così può essere anche per noi».

In questa domenica facciamo nostra la preghiera di colletta: “O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria”.

sr. Raffaella Cavalera






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