mercoledì 4 novembre 2015

Francesco dona il suo mantello a un cavaliere diventato povero


"Quando il beato Francesco s’incontrò con un cavaliere nobile, ma ridotto in miseria e mal vestito; Francesco preso da pietosa compassione della di lui povertà, subito spogliatosi delle proprie vesti lo rivestì" (cf FF 1030)

Il secondo affresco di Giotto ci presenta l'incontro di Francesco con un nobile ridotto a miseria: un gesto "generoso" di Francesco, ma forse da comprendere più in profondità! Guardiamo l'affresco: sembra diviso in due sezioni quasi a dimostrare lo spaccamento della società in maiores e minores

Sulla sinistra la raffigurazione della città di Assisi e sulla destra l'Abbazia di San Benedetto. I maiores erano gli ecclesiastici e i nobili, di cui faceva parte la famiglia di Chiara Favarone. Quelli del popolo, contadini, commercianti erano minores! Francesco, figlio di Bernardone, era un commerciante, ricco, ma non nobile! Il sogno di Francesco era di diventare cavaliere! 

Interroghiamo le Fonti: "Si combatteva tra Perugia ed Assisi. In uno scontro sanguinoso, Francesco fu fatto prigioniero assieme a molti altri e incatenato, fu gettato con loro nello squallore del carcere… Fu liberato dalla prigione poco tempo dopo e divenne più compassionevole con i bisognosi" (cf FF 584-585)

Un episodio determinante nel cammino di conversione di Francesco è anche la malattia che segue la liberazione dalla prigionia. (cf FF 1030) Dopo questi eventi: un giorno incontrò un cavaliere povero!

Francesco vive l'esperienza della PRIGIONE e l'esperienza della MALATTIA! Nella prima Francesco comprende di non essere ONNIPOTENTE, nella seconda di non essere IMMORTALE!

Per un giovane partito in cerca di avventura e di gloria, la sconfitta è sempre un pugno nello stomaco. La prima grande sconfitta della vita porta con sé l'amaro sapore della delusione, della sorpresa. Per Francesco, che ha avuto sempre fortuna, soldi, successo, rappresenta un vero e proprio choc il confrontarsi con qualcosa di diverso, ovvero con la sconfitta, che ridimensiona l'euforia delle sicurezze ricevute dalla famiglia. A ciò si aggiunge il lungo anno di prigionia: chissà quante volte Francesco avrà ripensato con stizza al suo fallimento! (Giovanni Salonia- Kairòs )

Con la prigione Francesco comprende di non essere ONNIPOTENTE: non tutto quello che desideriamo si realizza, e, nella società odierna del "TUTTO E SUBITO", forse è un po' difficile da comprendere. "Mio figlio mi ha chiesto il motorino, in questo momento non posso permettermelo, ma non posso dirgli di no!". Condivisioni di questo tipo oggi ne abbiamo tante, e qualcuno ha detto che "questa è la generazione dei genitori che obbedisce ai figli". NON SIAMO ONNIPOTENTI, e non tutti i nostri sogni, per quanto buoni, si realizzeranno! E di questo ringraziamo il Signore! 

Forse oggi nella tua storia stai sperimentando un fallimento, una sconfitta, una delusione, quello è terreno buono per entrare in dialogo con l’Onnipotente nell'Amore!

Con la malattia Francesco comprende di non essere IMMORTALE: non è terrorismo religioso ma la morte fa parte della vita e ci apre alla vita piena! Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio (Sal 89)

Inizia lentamente il cambiamento di Francesco, è importante che ce lo diciamo: la conversione è un cammino che dura tutta la vita e il luogo privilegiato è la nostra quotidianità!

SIGNORE COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Quanti incontri "casuali" viviamo nelle nostre giornate? Quando questi incontri diventano occasione per un gesto d'amore, una parola di benevolenza, uno sguardo di tenerezza? Mi spiego: anche Francesco era abbastanza distratto, tanto che le fonti ci dicono che un giorno, essendo tutto preso dalla cupidigia del guadagno, cacciò dal negozio un povero che gli aveva chiesto l'elemosina. Ma subito si rese conto, illuminato dalla Grazia, del suo comportamento e si propose da quel giorno di non rifiutare più a chi avesse domandato. 

Tanti incontri "casuali" nella nostra vita, ma il caso esiste? 

Ce ne ho messo del tempo ma ci sono arrivato. E sono contento... ecco il segreto: il caso non esiste. Il caso è una parola fuori senso, e anche se ricorre all'infinito nel nostro modo di pensare e agire, è un puro fantasma, è la soluzione sbagliata di un problema, è un qualcosa accettato da autentici incoscienti o meglio dei ciechi. No il caso non esiste. Esiste solo la volontà di Dio che riempie l’universo intero, guida le stelle, determina le stagioni, chiama ogni cosa per nome, dà la vita e dà la morte, provvede alle creature, le veste di bellezza e di armonia, e soprattutto vuole la salvezza di tutti. Nulla sfugge a questa volontà. Il male, l'oscurità, la sofferenza, la morte fisica, sono solo tappe necessarie al grande cammino che stiamo tutti compiendo per rendere più vera più luminosa, più comprensiva e più evidente la vittoria di Dio. D'ora innanzi, non dirò più è un caso, dirò pregando: è la tua volontà, o mio Signore (per approfondire Carlo Carretto- Ho cercato e ho trovato- Cittadella )

Concludiamo con una preghiera di Madre Teresa di Calcutta:

Trova il tempo di pensare. Trova il tempo di pregare. 
Trova il tempo di ridere.
È la fonte del potere. È il più grande potere sulla Terra. 
È la musica dell’anima.

Trova il tempo per giocare. Trova il tempo per amare ed essere amato. Trova il tempo di dare
È il segreto dell’eterna giovinezza. È il privilegio dato da Dio. 
La giornata è troppo corta per essere egoisti.

Trova il tempo di leggere. Trova il tempo di essere amico. 
Trova il tempo di lavorare
E’ la fonte della saggezza. E’ la strada della felicità. 
E’ il prezzo del successo.

Trova il tempo di fare la carità
E’ la chiave del Paradiso.

Prossimo appuntamento 04 dicembre. Il Signore ti dia pace

sr. Patricia Paola Pennese


Se qualcuno vuole contattare personalmente sr. Patricia, può scriverle a questo indirizzo: patriciapaola@libero.it.




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