sabato 5 dicembre 2015

Seconda domenica di Avvento 2015


Liturgia del giorno: Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6.

"Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore…" (Lc 3,4)

È una didascalia dinastica e temporale quella che ci viene proposta in questa seconda domenica d'Avvento. Un'inquadratura storico sociale dove l'evangelista contestualizza gli eventi e i personaggi della storia della salvezza. Tra il potere politico, caratterizzato dall'imperatore Tiberio ed Erode il grande e quello spirituale dei sommi sacerdoti Anna e Caifa, la Parola di Dio venne su Giovanni nel deserto. 

Né il tempio né il palazzo del Re sono i luoghi privilegiati di Dio per rivelare il suo disegno d'amore sull'umanità. È il deserto, lontano dai falsi profeti e dai poteri solo umani, il luogo in cui Dio suscita la voce che grida: preparate la via del Signore. 

Già nell'Antico Testamento, il deserto significava, per il popolo d'Israele, il luogo della giovinezza e della libertà dopo la grande schiavitù dell'Egitto. Il deserto è caro ai profeti quando vogliono risvegliare nel popolo la nostalgia di Dio e rinnovare così l'Alleanza rinsaldandone la fedeltà. Giovanni Battista è l'inviato per preparare la strada al Signore. 

L'evangelista cita Isaia con parole di speranza concludendo il brano con il versetto "ogni uomo vedrà la salvezza di Dio" (cambiando volutamente il termine gloria con salvezza). La venuta di Gesù in mezzo all'umanità è portatrice di salvezza che si manifesta nella pienezza di vita che non esclude nessuno ma che è donata a tutti coloro che Egli ama (Lc 2,14).

Coloro che vanno da Giovanni il Battista vengono immersi nel Giordano in un battesimo di rigenerazione e vengono invitati a un cambiamento di vita che si manifesta in uno stile in cui il vivere per se stessi cede il posto al vivere per gli altri diventando così attenti ai bisogni dei fratelli e delle sorelle. Tutti sono invitati alla conversione perché nessuno è escluso dall'amore di Dio. 

Lasciamoci condurre nel deserto del nostro cuore e facciamo tesoro della Parola che ascoltiamo in questo tempo di grazia, non con la paura di non essere accolti ma con la speranza e la gioia di essere abbracciati dal Padre che ci vuole tutti salvi.

sr. Maria Grazia Marzocchini 




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