sabato 19 marzo 2016

Domenica delle Palme 2016


Liturgia del giorno: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14-23,56.

Con la domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa. Oggi facciamo memoria dell'ingresso di Gesù, accolto come re, a Gerusalemme e, nello stesso tempo, riviviamo la Sua passione, secondo la narrazione di Luca. 

Quanta pazienza, intesa come capacità di stare nel patire, dimostra Gesù anche nell'ora cruciale. Dopo l'annunzio del tradimento i discepoli litigano per sapere chi debba essere considerato più grande e Gesù, ancora una volta, si mette a insegnare loro la via dell’umiltà, del servizio. Giuda lo tradisce, i discepoli non sono in grado di vegliare e pregare, ma si lasciano vincere dal sonno, Pietro lo rinnega. Coloro che avevano lasciato tutto per seguirlo, ora lo lasciano solo. Credo che Gesù in quei momenti abbia provato paura, voglia di fuggire: "Padre, se vuoi allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42). 

È importante che si compia la volontà del Padre e così Gesù si lascia oltraggiare, picchiare, deridere… e sulla croce rivela ancora una volta il suo amore misericordioso: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). E ancora, davanti al malfattore che riconosce il proprio peccato – riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni (Lc 23,41) - dice: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso" (Lc 23,43). 

Davanti a questo e a Gesù che muore consegnando il proprio spirito al Padre, un centurione, un pagano, fa la sua professione di fede: "Veramente quest’uomo era giusto" (Lc 23,47). La morte di Gesù in croce, che rivela tutto il suo amore per l'umanità, riesce a togliere il velo dagli occhi del centurione, che fa la sua professione di fede.

Durante questa Settimana Santa, che oggi si apre, ritagliamoci del tempo per sostare davanti al Crocifisso, lasciamoci raggiungere e sorprendere dal Suo grande amore misericordioso, e ripetiamogli "grazie, Gesù, perché sei morto anche per me, per la mia salvezza". Il Signore ci conceda così di poter fare la nostra professione di fede, cioè di potergli dire apertamente chi è Lui per me, per la mia vita.

sr. Raffaella Cavalera


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